L’alleanza, la solidarietà, il patto
Solidità, integrità, salute. I modi della parola: modo del due, del tre, del tempo
Il modo della parola, che si avvale del modo del due, del modo del tre, del modo del tempo per la direzione di ciascuna cosa verso la sua cifra, non si fonda né sul postulato del bene né su altri eventuali postulati. La stessa nozione di legge, di etica, di clinica ne risentono. L’etica è il compimento di una tendenza che si chiama domanda quanto all’impossibile che ne caratterizza il funzionamento dei significanti. Effetto dell’etica è il sapere. E la ripetizione.
Procedendo dalla relazione, il dispositivo pragmatico si può instaurare. Il dispositivo è nell’itinerario, nella struttura temporale: dove le cose si cifrano.
La conversione in dottrina della congiuntura e della contingenza, propria alla gnosi, nega l’originario e nega l’itinerario; nega l’acquisizione, spianando la piega e quindi la clinica della parola, a favore dell’ontologia.
La clinica come compimento del pragma è contingente, si avvale della procedura per integrazione: l’atto, la parola, non manca di nulla, non è carente, non è malato. Per integrazione indica “secondo l’intero”, ossia non c’è nessun buco da colmare, nessuna falla da turare, nessun sostegno da apporre per conseguire l’integrità, perché ciascuna cosa procede dall’intero, è integra.
Nella parola. Per questo l’adattamento è una proprietà della cifratura e si distingue da ogni riconduzione al modello prescritto: nessuna ortopedia, né conformazione che rispondono a una modellistica di prescrizione sociale. Nessuna parola è malata: pertanto la particolarità non è da abolire o da espellere, ma da intendere. Con l’ascolto.
Proprio perché il discorso occidentale non procede per integrazione, ogni differenza o anomalia è patologizzata attraverso il confronto e il paragone con l’Altro. Questo è il criterio seguito dal discorso medico che chiamiamo medicologia che si affida per la cura al caso riportato “in letteratura”, cioè alla casistica prevista con la conseguente modalità probabilistica.
Come attenersi alla procedura per integrazione? Come attenersi all’integrità della parola? Per questa via può instaurarsi la solidarietà, non già come obbligo o vincolo sociale, ma come dispositivo dell’accoglienza.
Solidarietà, solidità, solitudine, integrità, integrazione, intero. La salute senza l’integrazione è o salute ideale, o salute sociale, ossia salute pubblica. Salute convenzionale, nell’alternativa fra bene e male, fra malato e sano.
Solus, salus, salvus. Olos. Procedendo dall’intero la parola è insostanziale. E è senza contatto: intactus, intangibilis, intactilis, contactus. Contingente.
L’integrità è virtù del principio della parola. Integrità e singolarità caratterizzano ciò che accade.
Come potere dire, ragionando, nel viaggio intellettuale, che le cose sono solite? Che nella giornata si fanno le solite cose? Che la vita è la ripetizione delle solite cose? Che la vita può volgersi in abitudine? Si pone una questione clinica: si tratta di capire se ciò che viene riferito come insorgenza delle “voci” non sorga sulla negazione dell’integrità e della singolarità.
Le voci, al plurale, indicano che il contraddittorio è realizzato. Negata la contraddizione, posta la “ragione della volontà di bene”, le voci sorgono a indicare che la contraddizione è innegabile proprio con la rappresentazione della contraddittorietà. E il dibattito diventa dibattimentale: ognuno deve potere dire la sua. Le voci: qual è la ragione dell’Altro?
Le voci sorgono in assenza di solidarietà. Nessuna responsabilità soggettiva, così come nessuna capacità soggettiva. Responsabilità e capacità sono risposte della legge, senso e dispendio, sapere e ripetizione, come effetti.
La legge dell’incesto esige il “meno uno”, Integrità e solidità esigono il “più uno”, il pleonasmo, ciò per cui è impossibile immedesimarsi nell’Altro, o credersi l’Altro se non negandolo e rappresentarselo nel proprio limite. Il gergo bancario parla di obbligazione “in solido” alludendo appunto all’intero. La solidità è prerogativa e virtù del matrimonio?
La solidità è essenziale per la solidarietà, come dispositivo di accoglimento dell’Altro e della sua molteplicità. Il solido è ciò che non può rappresentarsi, sostanzializzarsi, essere tolto o espunto, o cancellarsi. Solido, quindi non è ciò che è duro o dura, ma è l’Altro nella sua integrità, nella sua tolleranza. Il solidale non è ciò che è coobbligato, ma l’intero e ciò che accade per integrazione.
Così, per la procedura per integrazione, può instaurarsi il patto.