Il narcisismo, il transfert e la struttura della parola. Il contributo dell’analisi alla vita
Con Freud, il narcisismo risulta costitutivo della pulsione e quindi della domanda e del programma di vita. È sorprendente la riduzione e l’annichilimento che le “discipline umane” del Novecento hanno tentato e attuato nei confronti del narcisismo, fino a darne un’accezione negativa e patologica.
Leggendo Ovidio e il suo mito di Narciso, troviamo un serie di proprietà che indicano il registro intellettuale del narcisismo e dell’elaborazione di Ovidio, e non c’è traccia di ciò che asseriscono psichiatri, psicologi e psicoterapeuti vari; in Ovidio risalta l’assenza di sostanza nella parola e nella domanda di Narciso.
Il mito di Narciso indica alcune proprietà della domanda, dell’immagine, dell’amore in quanto proprietà della parola. E il testo costringe il lettore alla ricerca linguistica, quanto alla sintassi e alla frase.
Il torto che il testo può subire è quello della traduzione “a senso”, basata sul senso comune e sul soddisfacimento del senso facile, senza tenere conto del testo e della sua lingua. Così, è negato il transfert, che è avviamento alla struttura della parola. La traduzione, la trasmissione, la trasposizione sono proprietà del transfert, con la memoria e la sua scrittura. Le proprietà della scrittura indicano che è scrittura dell’esperienza. Con la traduzione e la trasmissione avviene l’esperienza dell’altra lingua. Il transfert avvia anche a questo, all’esperienza linguistica.
Il narcisismo è proprietà della lingua, della domanda, del transfert. Il narcisismo è intoglibile dalla vita, in quanto è proprietà dell’esperienza della parola originaria: è la cosa stessa. Il narcisismo indica che non c’è cosa in sé, non c’è ontologia della cosa. Questo indica Ovidio con il suo testo; in questa direzione Le metamorfosi sono da leggere per la portata analitica e clinica. Così, per via linguistica, l’analisi e la clinica si rivolgono alla cifra, sono costitutive della cifratura.
L’analisi dissipa l’antropomorfismo e la superstizione.
Il narcisismo è proprietà della parola e della sua procedura dal due alla cifra. Questa procedura esige il numero duale e il numero singolare triale. Le cose procedono dal due secondo la particolarità singolare triale. Il narcisismo è anche proprietà dell’itinerario, senza soggetto. È l’itinerario con le sue svolte, il suo andamento, i suoi cifremi, le sue acquisizioni a indicare lo statuto del narcisismo, il quale ha due basamenti, l’oggetto e il tempo: quindi il narcisismo poggia sull’autismo e sull’automatismo.
Che cosa indica l’autismo? Che l’itinerario è secondo la provocazione, la profezia, l’identificazione, la simultaneità, l’eccellenza. E segue il tempo, con le sue virtù, tranquillità, umiltà. Non ci sono più magia e ipnosi, non c’è più soggetto. Non ci sono più denigrazione e degradazione, non c’è più vittimismo.
L’analisi è il teorema che giunge a dissipare l’antropomorfismo e la superstizione. Ancora più l’antropomorfismo della superstizione. L’antropomorfismo dell’azienda, della scuola, della famiglia, della vita, dell’idea di sé sono rimedi al narcisismo. Negano il narcisismo.
L’accezione corrente, banale di narcisismo risente della mitologia psichiatrica, ossia della superstizione psichiatrica che volge ciò che è particolare e quindi non comune, non standard, in etichette psicopatologiche antropomorfiche. L’accezione di narcisismo imposta dalla morale psichiatrica e filosofica e accettato dalla sistematica psicologica va dall’amor proprio, all’egoismo, all’egocentrismo fino alla vanità, per poi sfociare nel “disturbo mentale”. Tutto ciò è indice dell’antropomorfismo del narcisismo.
L’antropomorfismo ha il compito di rendere le cose probabili, possibili, quindi anfibologiche, cioè passibili di alternativa.