Da dove viene l’idea di comportamento
Il comportamento e l’ideologia del comportamento negano l’educazione, negano la formazione, negano la condotta che, invece, è sempre intellettuale. Se ciò che è proprio del tempo, dell’oggetto, del fantasma, se ciò che è proprio della parola è negato, allora è assunto dal soggetto come sua faccia negativa. Se al punto di sottrazione, cioè alla causa di desiderio, è tolto il punto e viene attribuita invece la sottrazione a sé o all’Altro, ecco che nasce il ladro, nasce chi sottrae; nasce, cioè sorge nell’idea, chi può mentire.
Se alla sottrazione è tolto il punto, quindi se allo sguardo è tolto l’oggetto, allora nasce il soggetto ammiccante, che ti guarda bene o ti guarda male e chissà cosa vorrà dire. È chiaro il percorso? Tutto ciò è clinico, è analitico. Se al punto di distrazione, allo specchio, all’impertinente, è tolto il punto, cioè è tolto l’oggetto e questo viene attribuito a un soggetto, sorge il soggetto ingannatore, da cui occorre guardarsi. Quindi, lo specchio diventa soggetto, lo sguardo diventa soggetto, e così anche il punto di astrazione.
Se al punto di astrazione viene tolto il punto, resta il punto di riso, per cui qualcuno ride di te e sorge il soggetto del riso. Questo per quanto attiene all’oggetto, quindi alla logica dei punti. Con il tempo è la stessa cosa; per esempio, una proprietà del tempo è la sessualità, il sesso come passo del tempo, e se alle proprietà del tempo viene tolto il tempo, allora interviene l’erotismo, il travestitismo, come caricatura della sessualità. E la caricatura dove sfocia? Nella rivendicazione, nella rabbia, nel risentimento, nel libertinaggio, nell’eteraggine.
In tutto ciò vige il matricidio, anziché il mito della madre. In tutto ciò l’idea di fine è sovrana, con la sua versione edulcorata che sarebbe il lieto fine. Il lieto fine è quando il deus ex machina finalmente interviene, perché non c’è niente altro da fare.