La natura del litigio
Ogni litigante è l’abitante di un sistema binario. Qual è l’abbaglio del litigio, l’abbaglio su cui si sostiene il litigio e lungo cui il litigio prosegue? Che i litiganti siano presenti: questo è l’abbaglio! Quindi il litigio, il duello avviene per abbaglio, pensando e credendo di avere a che fare con la rappresentazione di sé e dell’Altro che il litigio supporta, ma i litiganti non sono mai presenti. Da dove vengono e chi sono i litiganti? Questa è una bella domanda! E allora si tratta della storia del litigio; dove attinge i suoi personaggi il litigio e quali sono questi personaggi se non sono mai presenti e dunque non sono reali? Certo, per giungere a accorgersi e dire che non sono reali occorre accogliere la teorematica, l’analisi, cioè accogliere in particolare il teorema che “non c’è più sostanza”. Ora, se in quel che si dice non c’è sostanza e nella parola non c’è sostanza ‒ si tratta di nomi, significanti, Altro, nella cui combinatoria si producono il senso, il sapere, la verità, la traduzione, la trasmissione, la trasposizione quindi, metafora, metonimia, catacresi ‒ perché i personaggi dovrebbero essere invece reali, se c’è la parola? Sono personaggi di un racconto, di una storia, hanno da trovare il loro statuto, non ce l’hanno già. Entrando nel racconto possono incontrare lo statuto artistico, culturale, scientifico, romanzesco, intellettuale, cifrale. I personaggi della fiaba non sono personaggi cifrali, non sono statuti cifrali, sono personaggi; occorre che ciascun personaggio giunga allo statuto intellettuale. Questo è il viaggio, altrimenti non c’è il viaggio, c’è l’idea di trattamento con l’alternativa identitaria per cui, grazie a cui, ognuno deve restare ciò che è, oppure deve diventare ciò che non è. Questo trattamento, nell’ipotesi dell’alternativa identitaria, può diventare l’equivalente generale dell’amore. E, in questa ipotesi, anziché l’amore in cui si tratta di dare quel che non si ha, nell’alternativa identitaria ognuno dà ciò che ha. Così, nel trattamento psicofarmacologico, lo psicofarmaco è il segno dell’amore che il soggetto del trattamento crede di ricevere.