Intolleranza e pulizia etnica
La realtà è la realtà dell’altra cosa e non è una realtà visibile, oggettivabile; è una realtà ascoltabile, al più, una realtà che si effettua, grazie a cui, però, c’è l’orientamento. L’orientamento, la direzione. Altrimenti, uno procede come? Per prescrizione, per presunta predestinazione, per principi morali o contro presunti principi morali, o per principi legali o contro presunti principi legali, o secondo un’idea di salute, altrettanto vaga e astratta in quanto prescritta.
La stessa formula “realtà psichica” è una cantonata. Quale realtà psichica? Realtà psichica vorrebbe dire che c’è un modo comune di pensare e quello è la psiche umana e allora, pensando così, siamo tutti umani, siamo nella città buona, nella città che segue il canone. E se invece c’è una variazione e qualcosa di differente si dice? Deve andare fuori perché non è conforme.
Selezione, elezione. Pulizia etnica. Dove attinge la pulizia etnica? All’intolleranza, che dice: “Da qui a qui va bene, fuori da questi margini non va più bene”. Perché? Perché il discorso prevede un recinto al cui interno deve stare; tutto ciò che non è conforme ai principi del discorso deve stare fuori, quindi questo discorso è ispirato al principio dell’intolleranza.