La sfida alla morte procede dall’euforia
Il discorso della sostanza si inserisce nell’ideologia della festa, ideologia dell’alternativa. Il discorso della festa è il discorso della sostanza, perché la festa diventa il momento in cui si può, anzi, “si deve” assumere la sostanza liberatoria, la sostanza che sospenda l’idea di fine. E allora alcol, droga, qualunque cosa, anche il cibo, cibo alla massima potenza. Per mangiare tanto ci sono le sagre. Nelle sagre, dov’è l’appuntamento? Nello stand gastronomico, dove si mangia e si beve. Lo stand gastronomico funziona tutto il giorno e si mangia e si beve, in allegria. È la rappresentazione della festa! Poi, il giorno dopo, metà, se non di più, delle persone che si sono abbuffate, sta malissimo, perché per lo più sono persone che dovrebbero seguire una dieta, che hanno problemi di pressione, di diabete, problemi enormi di tutti i generi; ma per loro, nel giorno della festa, non c’è il problema, dicono che ci penseranno domani. E, all’insegna dell’euforia, c’è la sospensione totale di ogni regola e della salute, perché bisogna fare festa, cioè sfidare la morte!
Questa è la festa festiva: la sfida alla morte. Se c’è un dispositivo di salute, via! Se c’è un dispositivo cui ciascun giorno ci si attiene per il programma, in quel giorno viene spazzato via, cessa tutto, ogni attività è sospesa, perché bisogna festeggiare. E cosa bisogna festeggiare? La morte, la morte scampata, la morte temuta. È la festa all’insegna della sostanza, perché ognuno è sostanza in quella festa. In questa accezione di festa, ognuno è soggetto, festeggia in quanto soggetto, soggetto mortale. In quanto soggetti mortali, si festeggia. Questa è la festa pagana, la festa soggettiva, la festa sociale, la festa umana, dove c’è da rappresentare la corrispondenza tra umanità e animalità, cioè dove va rappresentata la felicità reale.