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La scuola e le sostanze di uso voluttuario

La scuola e le sostanze di uso voluttuario

  • Pubblicato il 13 Gennaio 2016
  • scuola, sostanze psicoattive, sostanze voluttuarie

Giovedì 14 gennaio 2016 alle ore 20,45 nella sala consiliare del Centro civico San Vitale, vicolo Bolognetti, n.2, a Bologna

la cittadinanza è invitata alla conferenza dal titolo

La scuola e le sostanze psicoattive. Educazione, formazione e istruzione

tenuta da

Ruggero Chinaglia

psichiatra, psicanalista, cifrematico

con l’intervento di

Sergio Dalla Val

psicanalista, cifrematico

Ingresso libero.  È preferibile prenotare. Per inf. tel. 051/248787 – 335.6152434.

Questa conferenza, organizzata con il Patrocinio del Comune di Bologna Quartiere San Vitale, dall’Associazione culturale Progetto Emilia Romagna e dall’Associazione di cifrematica. procede dal problema costituito sia dalle sostanze più conosciute e abusate, quali l’alcool, il tabacco, le droghe da tempo note alla farmacopea medica, sia dall’uso e dall’abuso di altre sostanze meno appariscenti e degli psicofarmaci che non sempre sono prescritti e assunti correttamente. Il dibattito non ha lo scopo di avallare il proibizionismo o il permissivismo verso le droghe, ma di esplorare gli allettamenti, le tentazioni, i motivi, le giustificazioni addotte per il cedimento all’uso e all’abuso delle sostanze.

Se per un verso c’è una produzione sempre maggiore di sostanze chimiche che sono proposte per un uso ritenuto legale e che avrebbero lo scopo di aumentare il benessere di ognuno, dall’altro la pubblicità televisiva, radiofonica, giornalistica, in internet, propone di considerare ogni sintomo o sensazione, o sentimento, o sbandamento che possa presentarsi agli umani di qualsiasi età come un buon pretesto per assumere sostanze chimiche. Per ogni contrarietà, delusione, tristezza, gioia, dolore, l’invito, anche pressante, è di ricorrere all’uso di qualche sostanza: per nutrirsi, per digerire, per evacuare, per non mangiare, per non fumare, per fare cessare ogni dolore, per rilassarsi, per studiare, contro le difficoltà, per dormire, per svegliarsi, per fortificarsi, per l’efficacia sessuale e quant’altro.

Questa modalità unidirezionale e dilagante va messa in questione, in quanto avalla e conferma il fantasma d’incapacità, di debolezza, di male e di negatività di ognuno, che deve ricorrere alla sostanza per i suoi bisogni.

Un paradosso è che, proprio nei paesi in cui vige l’iperalimentazione, dove buona parte dei giovani e degli adulti ha il problema dell’obesità o quasi, la pubblicità punta a favorire l’uso di vitamine e integratori alimentari che dovrebbero restituire l’energia a chi l’ha perduta. La mitologia che supporta questa impostazione è la concezione termodinamica della vita umana, come se la qualità della vita dipendesse solo dalla carica energetistica, come fosse un elettrodomestico.

Tutto questo esige un punto di tenuta intellettuale, in particolare da parte degli studenti, che hanno accesso sempre più precocemente alla pubblicità inerente la sostanza e le sue presunte mirabilie.

In che modo la scuola e le altre strutture formative possono contribuire a istituire un punto di tenuta intellettuale per i giovani?

 SI PREGA DI DIFFONDERE LA NOTIZIA. GRAZIE.


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