La gentilezza del problem solving e la generosità del brainworking
Occorre distinguere la generosità dalla gentilezza. La gentilezza è quella del buon samaritano, che risponde alla domanda convertendola in richiesta e gentilmente offre soluzioni. Il buon samaritano è gentile, non nega a nessuno il suo buon consiglio, la sua soluzione, la sua sostanza per porre rimedio; ma è senza generosità, è gentile in assenza di generosità.
La generosità sta nell’intervento clinico, che non lascia il soggetto nella sua comodità, ma indica la direzione, anche in modo perentorio, anche scorbutico se è il caso, perché non ha da rispettare il canone della reciprocità, del convenevole ma ha da indicare la direzione e la direzione avviene “per forza”. Non è una questione di gentilezza: “Prego, si accomodi, vada di là, il bagno è da quella parte.”. No, la direzione verso la cifra è “per forza”, avviene “per forza”, è una questione pulsionale, ma non automaticistica, non per inerzia; esige il dispositivo opportuno, senza soggettività, dove tenere conto della domanda.