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La cura senza trattamento

Questa è l’idea del trattamento senza la parola, cioè che sia possibile l’applicazione di un metodo, di una disciplina, di un procedimento per giungere a un risultato previsto e predeterminato attraverso pratiche di purificazione, di depurazione, guarigione che presuppongono una materia inerte che possa essere convertita da una fase negativa a una fase positiva. I tipi di trattamento più noti sono i trattamenti fisici, chimici, chirurgici, estetici. Trattamento dell’aria, trattamento delle acque, trattamento dei rifiuti, trattamento degli inestetismi, trattamento delle fratture, trattamento pensionistico, trattamento economico. Ci sono svariati tipi di trattamento, dove si tratta sempre dell’applicazione di un sapere a una materia il cui stato deve essere convertito dal male al bene, dallo sporco al pulito, dal negativo al positivo. Per il soggetto, il trattamento paradigmatico è il trattamento farmacologico, dove l’assunto è che “non c’è più niente da fare”, se non somministrare una sostanza che possa, combinandosi con la sostanza precedente, giungere a una sostanza buona. Non c’è più niente da fare perché il soggetto è in realtà posseduto. Perché il soggetto ha bisogno di qualcosa? Perché c’è un dio che si oppone al raggiungimento di ciò che il soggetto desidera, di ciò a cui il soggetto mira. Così come anticamente il soggetto si rivolgeva al dio con le sue offerte, così oggi il trattamento farmacologico rinnova l’offerta al dio di una qualche sostanza per ottenere il risultato, dato che non c’è più niente da fare.


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