L’economia
Perché ciascuna cosa giunga al valore non si può prescindere dall’altrove della parola, altrove che è indicato dal modo stesso della pulsione. Un altrove è l’economia, un altrove è la finanza, due altrove della parola. La formula dell’altrove indica che nulla è spaziale, perché anche la struttura tende a scriversi, dunque struttura senza ontologia, struttura pulsionale, non struttura formale, conoscibile, ripetibile. Dunque l’altrove è anche funzionale, sulla via del senso e del sapere quanto all’economia, e del malinteso quanto alla finanza. In questa accezione, quindi, l’economia non è l’arte di risparmiare, né l’arte di accumulare, piuttosto il modo della produzione e la scrittura della produzione: come la produzione si scrive. Non come la produzione si accumula, non come la produzione possa risultare funzionale all’essere, ma come si scrive. E dunque l’economia è senza risparmio e senza spreco, procede dall’abbondanza, dalla mancanza senza ontologia, per cui ciascuna cosa è presa nel va e vieni, nell’onda da cui l’abbondanza.