L’educazione
L’educazione alla qualità procede da questo: se c’è chi crede nella predestinazione, se c’è chi crede nella superstizione, che può essere superstizione del bene e superstizione del male, allora questo soggetto è un ipotetico cliente o della droga sacramentale o della droga proibita. La droga sacramentale è lo psicofarmaco, la droga proibita è quella che viene spacciata dal mercato clandestino. Ma chi credesse nella predestinazione, ossia in un destino già dato, costantemente sarebbe sotto l’assillo di quella spada di Damocle che è l’idea di sbagliare, di quello sbaglio morale che impedisce di rivolgersi all’avvenire. È questa la superstizione che occorre elaborare, dissipare attraverso il lavoro intellettuale: l’idea che ognuno ha dinanzi a sé di una strada già segnata e che, uscendo da questa strada, potrebbe sbagliare. Questa è l’idea dello sbaglio morale. In realtà, noi non possiamo che sbagliare, nel senso dello sbaglio di conto, dello sbaglio di calcolo, dell’esigenza, a ogni passo, di rinnovare l’ipotesi dell’avvenire, l’ipotesi di ciò che occorre fare, perché nessuno può stabilire quale sia a priori, ma secondo l’occorrenza nella via pulsionale.